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Stambolijski, Aleksander.

Uomo politico bulgaro. Compiuti gli studi di Agraria in Svizzera, rientrò in patria e aderì al Partito radicale contadino, di cui divenne segretario nel 1908. Nel 1915 si oppose all'entrata in guerra della Bulgaria a fianco della Germania e dell'Impero austro-ungarico. Venne per questo arrestato e trattenuto in carcere fino al termine del conflitto mondiale. Nel 1919 divenne presidente del Consiglio e, dopo l'abdicazione dello zar Ferdinando, sottoscrisse il Patto di Neuilly (V. NEUILLY-SUR-SEINE) e, l'anno dopo, si adoperò per l'ingresso della Bulgaria nella Società delle Nazioni. Per stabilizzare la situazione interna del Paese introdusse il servizio di lavoro collettivo onde far fronte all'ondata di scioperi che stava minando l'economia; a lui si deve inoltre la suddivisione dei latifondi a favore dei contadini. Cercò anche un avvicinamento alla Jugoslavia, in contrasto con la tradizionale politica bulgara. Venne deposto da un colpo di Stato nel 1923; morì assassinato (Slavovica 1879-1923).